Il Richiamo di Providence – Un omaggio a “colui che sussurrava nelle tenebre”

«Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto.»

L’orrore, l’inconscio, l’incubo, il sogno, la follia, i mondi onirici, l’abisso, i labirinti della mente, antiche divinità dimenticate… Argomenti che da sempre affascinano e attirano. Una figura più delle altre ha dato a queste parole una voce nuova influenzando generazioni di scrittori e scatenando la fantasia di generazioni di lettori: H.P. Lovecraft. Una fonte di ispirazione anche per la musica Metal, in particolar modo per i generi estremi come il Death e il Black o più “profondi” come il Doom, l’Atmospheric, l’Ambient o il Drone; spesso unito ad altre tematiche come la religione, la filosofia, l’odio, fantascienza e via dicendo. Nella fitta coltre di gruppi che si rifanno alle opere dell’uomo di Providence spicca una nuova voce: gli Starspawn Of Cthulhu; un nuovo studio-project Doom Metal che si ispira e omaggia le opere di Lovecraft. Il duo si è formato a Vicenza a fine 2019. La line-up è formata da Roberto Biasin (Last Century) e Domenico Groppo.

Il debutto di questo nuovo duo, “Yog-Sothothery“, viene alla luce (auto-prodotto) alla fine di Febbraio di quest’anno. Album dalle tinte violacee, funereo, disturbante, lento. “Lurker At The Threshold” pone subito l’accento su questi elementi e fa partire questo disco con la marcia più alta innestata senza perdersi in introduzioni prolisse ma costruendo un rapido crescendo semi-acustico tra chitarra ed effetti di tastiera che spianano la strada a riffs sulfurei, ritmi pesanti che fungono da pilastri per un growl cavernoso e acido che lasciano poi spazio ad un segmento finale distorto con vocals che si avvicinano al parlato che lasciano un certo senso di disorientamento. Elementi che vengono ridistribuiti più o meno in egual misura nella seguente “Nyarlatothep, The Crawling Chaos” dove assistiamo però ad un forte rallentamento generale di strumenti e voce per quasi tutta la durata del pezzo che arriva alle battute finali con uno spiazzante stacco melodico che destabilizza l’ascoltatore. L’omonima “Starspawn Of Cthulhu” rompe quasi totalmente lo stile compositivo che il duo ha utilizzato nelle prime due tracce e inserisce all’interno di una ritmica marziale e di riffs più affilati e grezzi, componenti prossime al sinfonico e un’overture che sa di Prog. Brano interessante ma che lascia un poco attoniti. Le conclusive “The Exumer” e “Innsmouth Order” riportano l’album nei solchi tracciati dalle tracce d’apertura restituendo il bastone del comando al Doom più funereo, senza tralasciare qualche piccola apertura melodica vagamente venata di echi da musica horror (The Exumer) e una precisa dose di atmosfera che carichi maggiormente note e voce (Innsmouth Order).

Debutto di buona fattura, a tratti classico nel concepimento degli arrangiamenti, un Funeral Doom pregno di tutti i suoi elementi caratteristici ma che il duo vicentino riesce a “colorare” con elementi diversi che lo tiene lontano dal baratro della banalità e del «già sentito».

TRACKLIST:

  1. Lurker At The Threshold
  2. Nyarlatothep, The Crawling Chaos
  3. Starspawn Of Cthulhu (Instrumental)
  4. The Exhumer
  5. Innsmouth Order

LINE-UP:

Roberto Biasin – Guitar / Vocals / Bass / Keyboard

Domenico Groppo – Guitar / Vocals

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