“Dusk Of The Ages“, la cui uscita è prevista per il prossimo 19 Gennaio, è il nuovo, atteso album dei maestri del Folk Death Metal nostrano Furor Gallico. L’album è stato prodotto da Ralph Salati (Destrage), mixato da Tommy Vetterli (Eluveitie, Coroner, Kreator) e masterizzato da Jens Bogren (Opeth, Amon Amarth, Dimmu Borgir). L’artwork del nuovo full è stata realizzato da Kris Verwimp (Arch Enemy, Marduk, Arkona, Vital Remains).
Immaginate di sorvolare dall’alto una sconfinata vallata, dove il verde brillante dell’erba si mischia al verde più scuro di una folta foresta; lentamente, un sole infuocato si erge da dietro ad una collina risvegliando la natura ancora assopita dalle ombre della notte mentre una voce vi accompagna verso un villaggio che rapidamente si risveglia. Ma è una calma solo apparente, improvvisamente la musica muta la sua forma e le movenze leggere dell’introduttiva “Passage To A New Life” si trasformano nel mix tra Death e Folk di “The Phoenix” dove il ringhio della chitarra e l’aggressività della voce principale vanno a miscelarsi con voci più soavi e l’armonia di un’arpa intervallando furia e melodia con consumata maestria. Una partenza che proietta subito questo ritorno della band a quattro anni dalla pubblicazione di “Songs From The Earth“. Una simile partenza non getta però subito le basi su cui ruota l’album, dandone un’impronta già definita, lasciando quindi spazio a variazioni e possibili sorprese; come testimonia la successiva “Waterstrings” dove a dominare la scena sono le evocative melodie celtiche e Folk che frenano l’irruenza della controparte Death, sia strumentale che vocale, che diventa un contorno per mantenere la verve del pezzo ma lasciando il comando a tappeti sonori più delicati e sognanti, tra arpe, tastiere, fiati e strumenti acustici così come avviene nella seguente “Nebbia Della Mia Terra” che rimane incentrata sulla predominanza del Folk anche se viene lasciato nuovamente più spazio al Death con i suoi riffs granitici e il suo growl maligno. Due tracce capaci di stimolare i più profondi viaggi della mente, che si lascia cullare da suoni e parole e vive le storie raccontate come se accadessero davanti agli occhi di chi ascolta. Un viaggio che lascia correre l’immaginazione come un fiume impetuoso mentre le linee vocali pulite e poetiche di “Canto D’Inverno” riempiono l’aria con musiche colorate, vive, accese e intrise in egual misura di forza e romanticismo scatenando uno spettro di emozioni che coglie impreparati ma da cui ci si lascia prendere e trasportare senza opporre resistenza. Una nuova sferzata di energia che ridesta da questo sogno viene portata dalle successive “Starpath” e “Aquane” che rimettono in gioco il sound ascoltato in “Nebbia Della Mia Terra” e in “The Phoenix“. Un fuoco che si riaccende e che fa bruciare le più antiche passioni e i più reconditi desideri di rivolta anche se ciò comportasse l’andare contro al significato delle canzoni, lasciandosi trasportare nell’impeto della musica anche nei passaggi più lenti. Con “The Sound Of Infinity” attraversiamo una nuova ondata di calma e poesia dove la voce si ferma e lascia che siano gli strumenti a raccontare storie dimenticate e a far viaggiare libero lo Spirito sulle note. Le conclusive “Dusk Of Ages“, title-track dell’album e “The Gates Of Annwn” riportano ancora una volta l’accento sul muro sonoro con cui questo terzo lavoro firmato Furor Gallico si è aperto, con la sua fusione tra riffs e growl Deathcon brani tradizionali celtici, irlandesi e bretoni dando forma alla somma totale degli stili e dei backgrounds del gruppo che trovano libero sfogo in queste due canzoni finali, tra sferzate elettriche e trame melodiche, il tutto con grande impatto.
Un terzo album che rivela una band che in undici anni di carriera ha saputo trovare il suo marchio e la sua strada. Un album che non presenta tracce di sbavature o di variazioni eccessive e stucchevoli; un lavoro rifinito e preciso che scorre piacevolmente senza rischiare di diventare noioso e ripetitivo. Un disco maturo e maiuscolo con una ottima combinazione di suoni. A livello esecutivo e a livello compositivo non si può discutere su nessun punto, la band conosce molto bene il suo campo d’azione e dimostra di saper cogliere le migliori sfumature per far vivere nel modo più coeso possibile le sue due facce.
TRACKLIST:
- Passage To A New Life
- The Phoenix
- Waterstrings
- Nebbia Della Mia Terra
- Canto D’Inverno
- Starpath
- Aquane
- The Sound Of Infinity
- Dusk Of The Ages
- The Gates Of Annwn
LINE-UP:
Davide – Vocals
Gabriel – Guitar / Backing -vocals
Marco – Bass
Mirko – Drum
Becky – Celtic Harp
WEB: