“Crimes Against Reality”, questo il titolo del terzo album (2012 – “For Humanity” pubblicato da My Graveyard Prod; 2014 – “Burst Into The Quiet” pubblicato da Scarlet Records) prodotto dai Game Over, italian thrash-metal band formatasi nel 2008, una delle nuove e promettenti proposte della scena metal europea, pubblicato dall’etichetta Scarlet Records.
A seguito del successo del secondo full-lenght, “Burst Into The Quiet”, i Game Over sono entrati a far parte a pieno diritto di questa fiorente nuova scena, dimostrando, inoltre, il loro potenziale. Inspirati dal thrash-metal della Bay Area degli anni ’80, la band, ha saputo miscelare queta influenza principale con un sound moderno, distintivo e fortemente personale.
“Crimes Against Reality”, contiene 10 nuove tracce che mixano riff taglienti, cori solenni e ritmi potenti, arrichendo il tutto con l’uso di strumenti inusuali nel thrash-metal: Moog e Hammond.
Anche i testi, giocano una parte importante nella proposta dei Game Over: le liriche spaziano da tematiche ispirate a B-Movie, fino ad arrivare allo scenario socio-politico, fantascientifico, mitologico o a visioni distopiche.
L’album è stato registrato e prodotto da Simone Mularoni (DGM) presso i Domination Studio di San Marino. L’artwork di copertina, è stato relaizzato dall’acclamato artista Mario E. Lopez (già autore per Evil Invaders, Impalers, Hyades).
Per promuovere il nuovo album, la band ha già dato il via ad un intenso tour che da Aprile (il tour è iniziato il 7) a Maggio (l’ultima data sarà il 7), li porterà ad esibirsi assieme ai Condition Critical, negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.
L’open-track dell’album, “What Lies Whitin… ” è caratterizzata da un’intro semi-acustica, che nel giro di pochi secondi, si trasforma nella melodia d’accompagnamento di una serie di sferzate elettriche fatte di granitici riffs e ritmiche decise e rapide, trasformandosi ben presto nell’intro della seconda traccia in scaletta: , “33 Park Street”, formando quindi un’unica canzone. Una canzone diretta e precisa, senza infiorettature stucchevoli o soluzioni cervellotiche. Riffs affilati come rasoi, ritmiche fulminanti, cattiveria sonora e vocals a metà tra il thrash e il death (quest’ultima caratteristica molto leggera). Ottima l’apertura melodica a metà brano, dove si apprezza, il rapido inserimento di synth e tastiere, prima di essere lanciati attraverso la possente cavalcata elettrica del finale.
Segue “Neon Maniacs”. Nulla di diverso sia sotto il profilo degli arrangiamenti che vocale, anche se questo secondo aspetto sembra spostarsi verso linee quasi clean, abbandonando, a tratti, i caratteri tipici del cantato thrash. Rimane comunque un punto fermo lo stile funambolico del gruppo, che si mantiene saldamente in linea con la propria proposta, rivelando anche una forte capacità tecnica, senza sfociare nel virtuosismo sfrenato e fine a se stesso.
Con “With All Is Left”, assistiamo ad un leggero cambio di carreggiata per i Game Over, che si discostano dal thrash puro e semplice per spostarsi verso lidi hard & heavy, sempre energici e potenti, tenedo alta l’attenzione verso la loro proposta, ma aggiungendo alla loro impronta sonora alcune succose variazioni rock-acustiche che danno al pezzo quell’aura glam-metal anni ’80 che ben si mischia al loro stile principale, almeno in questo caso.
Tocca ora ad “Astral Matter”, quinta traccia in scaletta. Una traccia particolare, in quanto si apre con effetti da space-rock ed echi fantascientifici, per poi sfociare in un coinvolgente heavy-rock alla Motörhead, condito da virtuosismi e ritmiche thrash old-school.
“Fugue In D Minor”, rapidissima intro (45 secondi) tra il thrash e il rococò che ci introduce “Just In Little Victory”. Nulla di nuovo da dover segnalare sotto l’aspetto musicale e stilistico, l’aggressività, l’impatto e la carica, riprendono il sound già evidenziato nei brani precedenti, senza concedere troppo spazio a cambi di tempo o sperimentazioni.
“Gates Of Ishtar”, ottava traccia del disco. Virtuosismi al limite del funambolico, riffs taglienti e ritmi veloci sono alla base di questa canzone, che rivela una scarica adrenalica e una violenza sonora che riporta il sound del gruppo verso i fasti della scena thrash (non solo americana) degli anni ’80.
La title-track “Crimes Against Reality” ci accoglie al varco della chiusura del disco (cosa insolita, almeno per chi scrive, trovare la traccia che da il nome all’album, in prossimità della conclusione del disco stesso). Il tema affrontato dalla band in questa canzone, risulta subito maturo e impegnato, supportato da un comparto sonoro deciso e diretto, a tratti oscuro e pesante, a tratti veloce e a tratti concedendo fulminee aperture melodiche.
La chiusura viene affidata al brano “Fix Your Brain” e come di consueto (chiariamioci subito, questo non è un punto a sfavore) la somma totale dello stile dei Game Over, si manifesta nella sua interezza, rimarcando la freschezza e la modernità della proposta di questi ragazzi, che danno nuova linfa ad un genere annoverato tra i fonadamenti del metal.
Dato che, solitamemte, il terzo disco di un gruppo, secondo una regola non scritta, definisce quali sono le possibilità di un gruppo, se vale o meno, possiamo dire con assoluta fermezza e convinzione, che i Game Over, devono produrre un nuovo disco il prima possibile, avendo dimostrato ottime capacità compositive ed esecutive.
TRACKLIST:
1. What Lies Whitin…
2. 33 Park Street
3. Neon Maniacs
4. With All Is Left
5. Astral Matter
6. Fugue In D Minor
7. Just In Little Victory
8. Gates Of Ishtar
9. Crimes Against Reality
10. Fix Your Brain
Reno – Bass/Vocals
Ziro – Guitar
Sanso – Guitar
Vender – Drums
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