L’occhio sempre vigile sulle nuove realtà che ci contraddistingue e ci lega alla stessa passione di altri sostenitori e promotori dell’underground (…alla faccia di chi reputa questa passione / missione una perdita di tempo e un giochetto da poppanti facilitato dall’avvento del web. nda) ci ha portati a scoprire una nuova band emersa dalle acque della scena emiliana. Protagonisti di questo nuovo spazio sono i Ný Mynd. Un nome ben preciso che identifica la storia della band, travagliata e segnata da diversi rallentamenti e cambiamenti; un nome di derivazione islandese che letteralmente significa «nuova forma» e che fa del suo nome la sua firma. Influenze musicali diverse che si fondono assieme per dare un nuovo sound e dando una forma personale a quel Melodic Death Metal che ne costituisce le fondamenta. La band nasce in quel di Piacenza nei primi mesi del 2016 dalla rottura di diversi progetti precedenti dei membri fondatori mantenendone attivi solo tre: i chitarristi Doc e Innerfrost, e il cantante Drake. L’idea è di avere un suono meno legato ad un genere preciso e delimitato ai rispettivi canoni, quindi più aperto a nuove prospettive, potendo prendere spunto da varie influenze al fine di renderlo più vario e in linea con la propria idea compositiva è alla base dell’idea del neonato gruppo. La prima parte della carriera band vede i tre componenti impegnati nella ricerca di una figura da portare dietro le pelli e poco dopo l’arrivo del drummer Master consegna questo tassello alla line-up portando con la sua potenza e la sua bravura, due elementi necessari per disegnare lo stile della band. La line-up è quindi completata con Dee sul basso. Provenendo da diversi generi ed esperienze, l’idea è di combinare le diverse influenze di ogni membro per creare qualcosa di nuovo e accattivante: si fondono quindi Thrash, Death, Heavy, Core e Black, dando vita a qualcosa di innovativo e pronto a far sanguinare le orecchie! Nel 2017 viene portata a termine la scrittura delle canzoni per il loro primo EP e iniziano a portare i primi pezzi in vari club e festival nel Nord Italia. Ma la frenata all’entusiasmo del gruppo non si fa attendere e all’inizio del 2018 Doc e Dee decidono di lasciare la band. Lo stop non comporta grosse attese ed estenuanti ricerche per dei degni sostituti e i due componenti vengono sostituiti da Michele al basso e Claudio alla chitarra. La formazione è di nuovo completa e pronta a perseguire gli obiettivi prefissati.
Nel marzo del 2019 la band entra nello studio del Sonitus Studio di Crema per registrare il loro primo EP “Crystalize“, che totalmente auto-prodotto è stato da poco rilasciato. Un EP di debutto che riesce ad avere un suono molto pulito e moderno ma con un livello di distorsione nelle chitarre che lo porta ad apparire come un lavoro uscito tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, sporco ma nitido. Sei tracce che riescono a fondere Metal estremo, Death e Black
(in parte) a ritmiche che pescano dal Thrash e in lontananza anche dal ‘Core (senza spingersi troppo all’interno di quello stile) , tutto unito ad un vena melodica e ad inserti tecnici nelle chitarre che rendono il tutto molto personale, diretto ma non approssimativo. Molti elementi che si alternano e si mescolano senza che vadano a crearsi attriti o che si abbia l’impressione del «troppa carne al fuoco». Sei tracce scevre dallo spettro della linearità (anche se a livello ritmico la somiglianza tra i vari pezzi sono presenti) o dalla celebrazione scontata, dove l’ingombrante presenza degli echi di una o più bands precise si volatizza facilmente sotto il peso della personalità della band. “Intro“, “Call Of The Void“, “Half To Fail“, “Morning Clash“, “Sharehate” e “Diamond Skin” sono brani decisamente solidi e corposi, senza risultare stucchevoli. Si sente anche una leggera vena tendente al Prog in alcune parti soliste della chitarra, molto più accentuate nel finale di
“Morning Clash” ma ciò non crea nessun tipo di attrito all’interno di questo lavoro, anzi ne ampia la gamma delle sfumature e ad orecchio si presenta come una delle canzoni che in sede live potrebbe avere la presa e il coinvolgimento maggiore. Gli elementi non saranno molti e il sound totale è presto fatto e subito identificabile, poche incursioni ma ugualmente pieno di quelle sfaccettature che aiutano ad avere canzoni che vivono di una loro identità che riescono a risaltare nonostante una ritmica, come detto poche righe fa, molto somigliante ma dettata dall’impronta principale quindi inutile da mettere in discussione. La band porta con se una prova vocale maiuscola e arrangiamenti che riescono a mettere insieme forza e ricerca melodica molto attenta (la parte finale di “Sharehate” chiama pelle d’oca e occhi che luccicano).
Un debutto giunto a noi (secondo voci di corridoio) dopo continui cambiamenti di idee e modifiche ai brani, prove e riprove, conoscenze musicali che si ampliano e influenze che mutano e la vita esterna al gruppo che ci mette del suo per rallentare i progetti che la mente disegna. Un debutto che esplode in tutta la sua forza e porta una ventata d’aria fresca nel Panorama Metal nostrano. Esordio che ci fa ben sperare per il proseguo del percorso di questi ragazzi.
TRACKLIST:
- Intro
- Call Of The Void
- Half To Fail
- Morning Clash
- Sharehate
- Diamond Skin
LINE-UP:
Drake – Vocal
Innerfrost – Guitar
Claudio – Guitar
Michele – Bass
Master – Drum
WEB: