“<<‘re you ready to rise from the Grave?>>
Once upon a time, in the depths of an exotic mystery land haunted by African ancient spirits, a young man died because of a scorpion sting. One of those wise spirits possessed his young and strong dead body to make him rise as a Necromancer.
With his powerful will and magical powers together with a great knowledge of nature, he decided to give birth to a strong, undead legacy, moved by a deep sense of eternal life and mystical rebirth. He found all the akin souls from all over the world. Those who died in hate, rage and moved by the same great power with a huge lust for life.
He started from a science runt, the Cyborg, a strange creature: half man, half machine. Scientists took a real life to experiment caging a real man’s mind in a body made of flesh and circuits. Thoughts and emotions of a man with a great power and life energy, pent-up in something horrific. The Necromancer chose him because of his inner rage, his inner energy and his inner struggling about “Why did they make this atrocious thing to a human being? Why am I alive?”.
Then the Necromancer felt the soul of a young girl put to death by the Inquisition’s tribunal. She had red hair and strange powers, two aspects the Church didn’t like at all, furthermore everyone in her hometown talked a lot about her weird life. She was known as the Red Witch, that’s the name people gave her. The Necromancer found her soul so corrupted in rage and anger that she seemed to be a perfect potential witch. He wanted to teach her all the things she needed to make her rise as a real Red Witch.
Near the soul of that young girl, he found a monk, burned alive by the same Church he trusted so much: “an apostate” they said, so they threw his life in flames and pain. “Pater Blaurot” a name, a sign: that’s what the Necromancer thought as he felt that lost soul in Europe.
Then he found something in Mexico: El Cal’aver was the name of a young Mexican gangster killed by a foe gang. He was very young and pushed to be a criminal by his stray family. He died in rage, with all his childhood dreams broken by such a wrong training that he cursed his parents, guilty of his murder. The will of the Necromancer was great: he wanted to make those spirits redeem their broken life and take advantage of all the strength they had. The legacy of a wrong existence, turned wrong by others: the Deathless Legacy.
No more crime or murders, but creativity: all that energy should be use in a creative way, funneling all their souls in the same way. But the Necromancer felt that something was missing: a mouthpiece able to get their inner monsters, rage, bitterness and powerful energy across. He found it through the spirit of a young little girl raped and killed by an evil priest, who thought she was possessed by an evil spirit. She died willing revenge, so the spirit of a powerful Wild Boar demon instilled all his power, greatness and evilness in her: that’s how Steva was born. Deathless Legacy were now formed and ready to start messing up a little this world that had been so mean with their life: they took revenge by killing their inner monsters, fears and fury through the power of music. They rose from their graves and are now wandering through space and time to give humanity a taste of Hell, the same their slaughterers pushed them in.”
Questa storia che ho riportato, sembra uscita da un racconto di Howard Philip Hovercraft oppure di Edgar Allan Poe. E invece… Questa è la storia della nascita di una band…
I Deathless Legacy.
I Deathless Legacy sono una band Horror-Metal.
Il gruppo viene fondato nel 2006 e inzia la sua carriera come tribute-band dei padrini dell’Horror-Metal italiano, i Death SS, facendosi conoscere con il nome di Deathless. Un nome suggerito dal mastermind dei Death SS, Steve Sylvester. Un vero onore per il neonato gruppo. Alcuni anni dopo, siamo nel 2013, il gruppo, decide di intraprendere una sua carriera solista, proponendo le proprie composizioni e offrendo al pubblico uno spettacolo ricco di elementi teatrali molto forti, composti da bizzarri eventi musico-teatrali, arricchiti da performances e scenografie, incentrati su tematiche horror-splatter-esoteriche.
Il moniker del gruppo muterà in Deathless Legacy, conseguentemente a questa scelta. Un nome che segnerà indelebilmente il confine tra il passato e il presente della band.
Nel Novembre del 2013, i Deathless Legacy, firmano un contratto con la label tedesca Danse Macabre Records, rilasciando il suo primo album: “Rise From The Grave”, pubblicato il 3 Gennaio 2014.
A fine 2014, il tastierista Alex van den Eden a.k.a. Alessio Lucatti (Vision Divine, Angra) entra a far parte del gruppo.
Con questo nuovo arrivo in organico, la band, dopo essersi fatta notare nientemeno che all’edizione 2015 del Wacken Metal Battle, aggiundicandosi la vittoria nel concorso, guadagnandosi un posto on-stage all’edizione dello stesso anno del Wacken Open Air, ha iniziato a comporre nuovo materiale. Materiale oscuro e inquietante. Materiale che andrà a costituire le fondamenta per il nuovo full-lenght.
Il nuovo album, “The Gathering”, è stato pubblicato quest’anno.
Ad accoglierci sono le gotiche armonie e gli ieratici cori di “The Gathering”. Un’intro che muta la sua forma da gotica e arcaica a vagamente orrorifica, venata di black-humor strumentale, con cori oscuri, sinfonie altamente evocative e una forte carica teatrale.
L’intro perfetta per “Circus Of The Freaks”. Canzone dove il gruppo scopre subito le sue carte, dimostrandosi subito all’altezza della propria proposta. Una traccia fortemente evocativa e ricca di riferimenti ai Big dell’horror-metal più teatrale e visivamente ricco (King Diamond, Death SS, Angel Witch), omaggiandoli senza copiarli, dipingendo un’atmosfera personale e variegata. Ottimo il duello metal-acustico tra tastiere e muro di chitarre e senzione ritmiche, che colorano le melodie vocali.
Accolti dalla voce di un organo, veniamo catapultati nella tetra dimora di uno spirito errante. “Phantom Manor”, terza traccia in scaletta, si presenta sotto una veste fatta di diversi stili musicali e compositivi: si passa da momenti più rock, a momenti quasi sinfonici, a momenti total-metal. Elementi che permettono alla band di dimostrare tutto il suo potenziale, con un songwriting mai banale e alte capacità tecniche e compositive.
“Baal”, figlio di Dagan, divinità dei popoli della Terra Rosso Porpora, Signore dei Temporali e dei capricci del clima, Dio della fertilità… Baal-zebub, l’angelo caduto… Il Diavolo… Insomma, avete capito chi è il protagonista di questa canzone. Un essere antico, di divine origini, ritenuto l’emblema stesso del Male, bistrattato e rilegato ad un ruolo inferiore, ma non meno potente. Su un tappeto di note che mischiano atmosfere degne di una delle migliori soundtrack a incursioni metal che ricordano i primi lavori del già citato Steve Sylvester, con effetti orrorifici, cori sulfurei e linee vocali perfette, la band racconta la storia di questo emblematico personaggio mitologico, regalandocela dal punto di vista stesso del personaggio, dimostrando grandi abilità narrative, oltre che prettamenti musicali.
La succesiva “Wolfgirl”, mantiene viva l’attenzione sugli elementi stilistici, strumentali e vocali attraverso i quali i Nostri poggiano le basi della loro musica. Non vi è molto da segnalare sotto questo aspetto. Le atmosfere si mantengono di alto livello e la storia raccontata coinvolge e avvince chi ascolta. Molto interesante la virata hard-rock melodiche che chiude il brano.
Giro di boa.
Una seconda arcaica divinità trova posto in questo full-lenght. La Madre di tutto il cosmo, la Dea primordiale, la Madre di tutti gli oceani e delle acque salte. La sesta traccia in scaletta, narra le gesta di “Tiamat”. Un pezzo che segna un leggero cambio negli arrangiamenti, dove il gruppo, rallenta i ritmi, rendendoli cadenzati, accelerandoli per brevi tratti, creando un groove appassionante, fatto di riffs fulminanti coadiuvati da una doppia cassa in stile power-metal. Un brano molto convincente, con elementi sinfonici intriganti e incursioni tastieristiche di alto livello.
Le prossime tre tracce, sembrano essere legate tra loro da un sottile filo rosso… Il vento ulula, un corvo gracchia nella notte, mentre una pala scava nel nuda terra. Un possente riff di chitarra e la suadente voce di un organo, accolgono il malcapitato ascoltatore tra le spire di “The Tomb”, canzone dove tutta l’attitudine horror, teatrale, velatamente ironica, dei Deathless Legacy si manifesta in tutta la sua carica epsressiva, strumentale e vocale. Una canzone che, come detto prima, si lega alla successiva “The Graveyard”, disegnando una linea di congiunzione con il pezzo precedente. In questo secondo pezzo, i ritmi accelerano, creando suspense, senso di smarrimento, aumentando l’impatto emozionale nell’ascoltatore. Una song dove prendono forma atmosfere oscure e tetre, in netto contrasto con l’energia sonora. Energia sonora che culmina nella (se consideriamo queste canzoni legate tra loro) nell’acme finale di “The Dove Has Died”, dove gli elementi presi in considerazioni nelle due tracce precedenti, si mischiano e si dividono, in un susseguirsi di elementi teatrali, effetti cinematografici, echi gotici, rimandi horror, voci recitate, assoli fulminanti, ritmi decisi, linee vocali evocative e ricercatezza negli arrangiamenti, una canzone che evoca lo stile dei Ghost B.C..
Ci avviciniamo all’atto finale dello spettacolo targato Deathless Legacy con la decima traccia della tracklist: “Smash Your Idol”. Una canzone pregna di riferimenti stilistici, echi e rimandi ai numi tutelari del gruppo: Death SS, King Diamond, The Vision Bleak, Notre Dame, Ghost B.C., Mercyful Fate, Angel Witch, Rammstein, Paradise Lost, a cui viene reso il dovuto omaggio, secondo l’interpretazione propria del gruppo, attraverso tutta la sua verve espressiva, unica e autentica.
Il sipario cala sulle note di “Skeleton Swing”. Un brano che si può riassumere in poche parole, anzi in una: CAPOLAVORO! La summa della musica della band, racchiusa in poco più di 3 minuti.
TRACKLIST:
1. The Gathering (Intro)
2. Circus Of The Freaks
3. Phantom Manor
4. Baal
5. Wolfgirl
6. Tiamat
7. The Tomb
8. The Graveyard
9. The Dove Has Died
10. Smash Your Idol
11. Skeleton Swing
Steva – Vocals and Performances
Frater Orion (The Necromancer) – Drums and scenographies
Sgt. Bones – Guitar
C-AG1318 (The Cyborg) – Bass and vocals
Alex van Eden (Alessio Lucatti) – Keyboard
The Red Witch – Performances
Anfitrite – Performances