Pioggia acida sulla Città degli Angeli – Tre cannibali nella giungla

Questa storia inizia una notte di molti anni fa, in un bosco, attorno ad una lamiera arrugginita sopra la quale stava cuocendo del maiale. Quella notte attorno al fuoco Turo, Daniel e Maurizio, circondati dagli alberi e dall’odore di grasso che cola, si scambiano la promessa che un giorno avrebbero suonato assieme. L’occasione si presenta dieci anni più tardi quando, in preda ai fumi delle grappe, i tre vedono per la prima volta il documentario “Cannibals In The Jungle”. Quella visione turba profondamente il loro equilibrio psicologico, e anche se in un secondo momento il trio scopre che il documentario era in realtà un falso ormai era già troppo tardi, la loro natura cannibale era stata risvegliata e urlava a gran voce la sua fame. Generati da quelle urla in una notte d’Autunno, i Cannibali Commestibili vedono così finalmente la luce e lanciano il loro primo roboante vagito!

Levando brutalmente il velo di questa storia e riducendo tutto all’osso… Cannibali Commestibili è un progetto nato dall’incontro fra tre musicisti, tutti provenienti da ambienti diversi tra loro, eppure sentendoli assieme sembra non abbiano mai fatto altro che questo. È qui che rivelano la loro vera natura cannibale e ruvida, che dà vita ad un muro di suono ed una marea ritmica pronta ad investirvi al primo ascolto.

L’album omonimo, attraverso le parole della band, viene presentato come «un viaggio, tanto fisico quanto onirico, sul quale però si riversano da subito le ombre dell’inquietudine» e tale messaggio musicale e lirico dovrebbe trasparire già dall’iniziale “Gordon Pym” (ispirata allo sfortunato navigatore protagonista dell’omonimo romanzo di E. A. Poe) e forse anche nella successiva “Goditi Il Silenzio” dove però più che inquietudine si viene presi da un senso di confusione nei confronti di ciò che si ascolta; un turbinio di ritmi pesantemente marcati e parti soliste quasi sfuggenti. Una partenza intrisa di Alternative Rock e simil-Blues pesante che creano una cacofonia che tende ad essere assordante. L’impervio peregrinare del trio ci conduce poi «attraverso atmosfere torbide, fangose, esotiche» con “Qualche Corpo” e “L.A.“, le quali si rivelano certamente più potenti nel linguaggio rispetto al duo iniziale ma che lasciano ancora forti dubbi, specialmente per il poco carisma nelle parti vocali che restano troppo ancorate ad un solo binario e tendono a scornarsi con la controparte strumentale. Si arriva a metà disco e qualcosa pare cambiare e un Blues distorto si impossessa dell’album infondendo un’aura Stoner Rock che fan ben sperare per la giusta ripresa; ma solo sul piano musicale purtroppo, vocalmente non ci sono virate in linea con il cambio di passo della struttura del pezzo, facendo risaltare “Pioggia Acida” riuscita solo a metà. Dopo questo intermezzo, seguendo il percorso logico dettato dai nostri, il viaggio dovrebbe proseguire portando l’ascoltatore ad addentrarsi in questa foresta dove regnano la stessa inquietudine e l’angoscia che si ritenevano presenti già inizialmente ma forse complice l’incedere nuovamente marcato e pesante nei ritmi e le distorsioni aguzze della chitarra queste due sensazioni vengono meno nel tempo di un battito di ciglia. Il finale vuole l’entrata in scena delle losche figure dei cannibali fra gli alberi della foresta del “Dottor Darrow“, una canzone che pare uscita da un certo Rock italiano radiofonico degli anni novanta, sì grezzo nelle zampate personali del trio ma talmente inflazionato nelle orecchie nel tema portante da farsi dimenticare in fretta. Il finale rappresentato da “Luna In Cenere” prosegue sulla medesima linea della precedente ripescando il groove iniziale dell’album senza aggiungere, togliere o modificare nulla di quanto ascoltato.

Lavoro che trasmette poco sul piano emotivo rispetto a quanto decantato su carta, ridondante, scarno, pochi guizzi, presa solida solo sui duri e puri amanti dello stile utilizzato, vocalmente spoglio… in sostanza un album che sembra riuscito solo nelle idee ma non all’atto pratico.

TRACKLIST:

  1. Gordon Pym
  2. Goditi il silenzio
  3. Qualche corpo
  4. L.A.
  5. Pioggia acida
  6. Nylon
  7. Ingranaggio fragile
  8. Dr. Darrow
  9. Luna in cenere

LINE-UP:

Maurizio Togn – Vocals / Drums

Daniel Nardon – Guitar

Paolo Tiago Murari – Bass

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