Uno sguardo nel panorama musicale Blues, la “Musica del Diavolo” per antonomasia, mi ha fatto conoscere, anche grazie ad altri appassionati come me (che tra blues, rock, metal e affini ci sguazzo!), un chitarrista/bassista/cantante, davvero eccezionale: Ritchie Dave Porter.
Nato a Birminghman (UK), il 18 gennaio 1970. Figlio di un ufficiale navale e di una ballerina professionista.
Ritchie, inizia a suonare la chitarra all’età di 11 anni, impressionato (molto positivamente direi), dai lavori discografici e dalla tecnica chitarristica di leggende come Jimi Hendrix, Jimmy Page, Eric “Slowhand” Clapton e Johnny Winter, spendendo ore e ore a “jammare” con i suoi eroi chitarristici preferiti, imparando i loro assoli nota dopo nota, per tutto il suo “periodo formativo” come chitarrista.
Nel 1994, Ritchie, forma la sua prima band, un power-trio chiamato “Voodoo Witch Blues Band”, con cui pubblica un album live (senza ricorrere a sovraincisioni di studio), intitolato “Blues On Fire”, che il trio porta in tour attraverso Germania e Danimarca.
Dopo 8 anni di tour, Ritchie, scioglie il gruppo.
Ritchie diventa anche, sebbene temporaneamente, insoddisfatto dell’industria musicale come successe a tre dei suoi migliori amici, morti a causa della droga e dell’abuso di alcol, risultato diretto dello stile di vita da rock-star.
Grazie alla nuova amicizia con il batterista e produttore Micheal Tingle, Ritchie, dà il via alla registrazione di nuovo materiale musicale, dal taglio eclettico ed influenzato dai suoni di grandi artisti e gruppi come il già citato chitarrista mancino meglio noto come Jimi Hendrix, gli ZZ Top, il già citato Johnny Winter, Led Zeppelin, Clapton, gli Stones e i primi Aerosmith. Questo lo porterà ad esibirsi sia nella natale Birmingham che nell’area delle West Midlands inglesi.
Il lavoro procedeva alla grande, ma per il brutto vizio che la sfortuna ha nel voler per forza complicare l’esistenza altrui, a Ritchie, viene diagnosticato un cancro che lo porterà a tre mesi di chemioterapia e a dover subire un delicato intervento chirurgico.
Ma, visto che non tutti i mali vengono per nuocere, durante il periodo di cure, grazie anche alla sua chitarra acustica e alla presenza di Micheal Tingle, Ritchie registra direttamente in ospedale la canzone “Morphine Blues”, ispirata agli effetti delle cure e della terapia che è costretto a subire.
Da questo singolo, molto apprezzato negli USA, nascerà il primo album a nome Ritchie Dave Porter, dal titolo “Rocking The Blues”: un album molto apprezzato in USA, continuamente trasmesso dalle maggiori stazioni radio di musica Blues, prodotto dallo stesso Tingle, che partecipa anche in veste di batterista.
L’album, è composto di 14 tracce.
Già dal brano di apertura “Return To The Saddle” risulta subito chiaro come lo stile musicale di Ritchie Dave Porter spazi dai suoni tipici del blues delle origini al più puro rock & blues d’alta classe. Dimostra anche di avere delle buone doti canore perfettamente amalgamate al tappeto melodico.
Doti chitarristiche ben collaudate e una buona sezione ritmica, sono alla base di “Ain’t Giving Up On Love”. Assoli ben costruiti che danno al brano un sapore retrò e delle linee vocali ben scritte danno la giusta pennata di stile al brano.
“3 am” si presenta con ritmi più cadenzati, quasi ipnotici. Una canzone perfetta per la radio diffusione.
Con “Waiting For The Train” ci spostiamo verso lidi musicali al confine tra il Blues più classico e il Country più sanguigno.
Segue il singolo che ha dato vita all’album: “Morphine Blues”, che ci riconsegna i paesaggi rock & blues. Un pezzo completamente strumentale, da pelle d’oca!
Con la sesta traccia in scaletta “I’m Back”, lo stile si sposta ulteriormente verso il sound e il groove dei mitici Rolling Stones. Anche le linee vocali raggiungono, in qualche piccola somiglianza, lo stile di Mick Jagger.
Pura energia chitarristica per “Into The Darkness”, settima canzone del disco, e secondo brano totalmente strumentale.
La coppia di canzoni successive, “One Night” e “Lord Have Mercy” ci riporta nelle lande del Blues tipico del Delta, fatto di chitarre acustiche, batteria appena accennata e voce da bluesman consumato.
Ritmi ballabili, melodia energica e testo che dona allegria sono alla base del decimo pezzo “Rabbit In The Hole”.
Terzo brano senza parole – che tra l’altro toglie anche a chi l’ascolta – è l’undicesima traccia in scaletta: “Autumn”.
L’album si avvicina alla propria conclusione con “The Stygian Witch” e “Spanish Tears”. Due canzoni accumunate da una caratteristica comune: un’intro lenta e cadenzata che vira verso una “lenta e ritmata” cavalcata elettrica dal sapore latino e spagnoleggiante. Anche questi due brani di chiusura sono completamente strumentali.
La degna chiusura di questo primo lavoro discografico del chitarrista inglese è affidata all’energica e sfrenata “Rock Chick”. Una canzone che ricalca le lezioni di rock e blues dettate da Rolling Stones e ZZ Top.
Ma non è tutto, ad aprile di quest’anno, verrà pubblicato il secondo EP di Ritchie, intitolato “Acoustic Blues EP”.
L’EP, è composto da 7 tracce.
Come suggerisce il titolo stesso, tutti i brani in scaletta sono pezzi di blues acustico e sanguigno, dove non mancano però momenti energici e intrisi di atmosfere musicali diverse.
Un lavoro che porta alla mente le opere musicali dei grandi maestri (nonché Leggende) del Blues come Robert Johnson, Muddy Waters, Howlin’ Wolf e John Lee Hooker, giusto per nominarne alcuni tra i più rappresentativi.
Questa volta preferisco non rivelarvi ogni traccia dell’EP, perché vorrei che fosse chi legge (ed ascolta) a scoprirle e ad assaporarle una per una, senza interferenze e pareri esterni. Credetemi ne vale la pena!
Un lavoro eseguito con passione e rispetto per un genere come diceva il grande Hendrix “Facile da suonare, ma difficile da sentire!” (“Blues is easy to play, but hard to feel!”).
Un viaggio nella “Musica Del Diavolo” più pura ed incontaminata da altri generi, consigliato sia agli amanti del Blues (come il sottoscritto) che a coloro che leggendo queste righe vorranno scoprire i suoni e i sapori della musica che ha dato vita al Rock e ai suoi figli.
LINE-UP:
Ritchie Dave Porter – chitarra ritmica, chitarra solista, basso, voce
Micheal Tingle – batteria
TRACKLIST:
“Rocking The Blues”
01. Return To The Saddle
02. Ain’t Giving Up In Love
03. 3am
04. Waiting For The Train
05. Morphine Blues
06. I’m Back
07. Into The Darkness
08. One Night
09. Lord Have Mercy
10. Rabbit In The Hole
11. Autumn
12. The Stygian Witch
13. Spanish Rose
14. Rock Chick
“Acoustic Blues EP”
01. When The Sun Don’t Shine
02. Spread My Wings
03. I Got No Money
04. Leaving This Town
05. Once I Had A Pretty Girl
06. Spanish Tears
07. Work In The Morning Blues
WEB:
OFFICIAL WEB SITE: http://www.ritchiedaveporter.co.uk/
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