Filosofia del Caos, echi esoterici e mondo dell’occulto – Il nuovo album degli Automb

Gli Automb sono una Blackened Death Metal band americana che si è formata nell’autunno del 2017 dalla mente del chitarrista e tastierista Serge Streltsov (ex-Necrophagia) e della cantante, bassista e tastierista Danielle Evans. A loro si unì Scott Fuller (Morbid Angel) come session-man alla batteria. Il primo album della neonata formazione, “Esoterica“, viene pubblicato nel 2018 via Satanath Records. Quest’anno (esattamente tra giorni) a distanza di due anni dall’esordio, il trio, sotto l’egida della polacca
Witching Hour Productions (Batushka, Behemoth, Christ Agony, Naer Mataron), pubblica il suo secondo album dal titolo “Chaosophy“.

L’opener ufficiale, “Transmigration Omega“, anticipata dalla breve intro strumentale e atmosferica “Path Of Return“, è un concentrato di riffs serrati e ritmiche di basso e batteria portate quasi all’esasperazione, appena intervallate da rapide soluzione rallentate che si intersecano quasi di soppiatto nel leitmotiv del pezzo. Le vocals di Danielle Evans inaspriscono il brano e lo fanno apparire più brutale obbligando l’arrangiamento ad accelerare fino alla conclusione improvvisa che fa scattare subito, senza intermezzi, alla successiva “Chaosophy“, title-track dell’album; la velocità d’esecuzione resta immutata così come l’impronta vocale e le repentine incursioni di ritmiche più cadenzate. Un sound più o meno simile allo stile dei belgi Mystica (Blinded By My Blood, 2001) ma (forse) con una punta di verve in più. Un solo tanto tecnico quanto virtuoso chiude il pezzo discostandolo per un momento dalla linearità di un arrangiamento a senso unico dandogli la giusta sferzata. Senza scendere nemmeno di un gradino in quanto a rapidità i nostri si lanciano una sfrenata e articolata (inserendo oltre ai già utilizzati cambi di tempo, inizialmente, un sottofondo di tastiera che incupisce il brano e che ritorna verso il finale a ricolorare di nero il tutto, condendo il tutto con un assolo finale melodico e malinconico allo stesso tempo) “Serpent Of The Night“, brano più riuscito, nella sua costruzione, dei primi quattro del disco. Seguono tre tracce molto simili l’una all’altra: “Selbstgott“, “Hel” e “Trishula“. Tre brani con una forte vena melodica in sottofondo che riprende quanto fatto nella quarta traccia ma che restano saldamente ancorati ai dettami stilistici delle prime tre tracce, aumentando però i cambi di tempo e quindi il movimento generale dei pezzi rendendoli più intriganti e godibili. Ritorno alla brutalità e ai toni più neri con “Cosmic Tyranny“, traccia molto lenta nel guitar-working e alternata nei patterns di batteria; canzone che confonde e attrae come le spire di un serpente davanti alla preda. L’album si chiude con “Ragnarok“, summa totale delle otto tracce precedenti che esplode in tutta la sua carica, in un sali e scendi perpetuo di scatti fulminei e ragionati rallentamenti, tecnicismi e nascoste melodie in sottofondo.

Un secondo album di buona fattura, ben calibrato e con gran carattere. Prova vocale maiuscola e ottima amalgama tra i tre componenti. Non occorre aggiungere altre parole, sarebbero superflue.

TRACKLIST:

  1. Path Of Return
  2. Transmigration Omega
  3. Chaosophy
  4. Serpent Of The Night
  5. Selbstgott
  6. Hel
  7. Trishula
  8. Cosmic Tyranny
  9. Ragnarok

LINE-UP:

Danielle Evans – Bass / Vocals / Keys

Serge Streltsov – Guitars / Keys / Backing-vocals (Necrophagia)

Session Musicians:

Scott Fuller – Drums (Morbid Angel)

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