Shamanic Lvnar Cvult: Preparatevi ad un viaggio tra i più oscuri e reconditi spazi della musica

I Svlfvr sono una Doom-Metal band con un sound fortemente influenzato da elementi Extreme-Metal.

Svlfvr 1_rLa band, formatasi nel 2011 è composta da Morcar (ex-Funeral Marmoori) al basso, Dionysos (Rexor) alla voce, Asmodeus (Rexor) alla chitarra e Black Wizard (Domine, ex-Necromass) alla batteria.

La prima prova di questa unione artistica, rilasciata nella primavera del 2012, è stato l’EP “Seeding The Astral Mark“. Un EP contenente 5 canzoni. Successivamente a diversi cambi di formazione, con l’ingresso di Poseidon alla batteria e di Vrolok LaVey al basso , i Svlfvr, iniziano a lavorare a nuove canzoni, inserendo, all’interno della loro matrice Doom-Metal, diverse influenze ed echi provenienti dal Black-Metal e da alcuni altri generi.

SVLFVR BT 062 CDSvlfvr 2_rIl risultato, prende il titolo di “Shamanic Lvnar Cvult” (la cui pubblicazione è prevista per il 5 Agosto di quest’anno sotto l’egida della Bakerteam Records). Un viaggio introspettivo tra i più oscuri e reconditi spazi della mente di un musicista. Stilisticamente parlando, questo album rappresenta il perfetto equilibrio tra melodiosi arpeggi, ritmiche intense, componenti estreme e voci puliti di chiaro stampo Doom. Le tematiche trattate, traggono ispirazione da esperienze personali, riflessioni sul naturale ciclo dell’esistenza, la morte, il suicidio e il ruolo dell’essere umano nel cosmo. Esiste anche un tema portante, al quale le tematiche appena citate si uniscono, formando un leitmotiv preciso: la trascendenza, l’osservazione distaccata delle dinamiche dell’universo, l’accettazione del bene e del male come parti dello stesso insieme, la creazione del bene dal male e del male dal bene. Questi temi influenzano fortemente la musica. Una idea di base, progettata per trasportare gli ascoltatori fuori dei loro corpi, in un’esperienza mistica e trascendentale.

Come per il precedente lavoro, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un album formato da cinque tracce.

Apertura affidata a “Total Absence Of Light“, un brano con un’introduzione tetra, sulfurea, greve, soffocante, che dopo pochi istanti, sfocia in una “bilanciata” ferocia Black-Metal, supportata da arrangiamenti di stampo Doom-Metal, in un perfetto connubio tra violenza e atmosfera. Un pezzo che, attraverso i suoi otto minuti e mezzo di durata, catapulta l’ascoltatore nell’universo mistico e onirico della band, dove l’aggressività delle vocals, tra clean e scream appena accennati, si unisce ai ritmi cadenzati e ai riffs granitici che costituiscono la matrice sonora del gruppo. Un’apertura perfetta che rivela ottime capacità tecniche, esecutive e compositive.

La seconda traccia in scaletta, “Wish To Drown In An Abyss Of Water“, segue lo stesso stile compositivo della precedente, calcando leggermente di più la mano sull’impatto atmosferico, creando un incedere Doom prossimo ai primi Black Sabbath, ripercorrendone lo stile ma rivisitandolo secondo una chiave di lettura più personale. Infatti, dopo i primi secondi, la traccia sfocia in un universo Black/Doom-Metal tagliente e affilato, tra growlscream, clean, riffs veloci, ritmiche sfrenate, repentini cambi di tempo, mid-tempo improvvisi e fulminei, atmosfere sulfuree, confezionando così una canzone altamente convincente e coinvolgente. Un’ottima prova per il gruppo.

Si continua con “Shamanic Lvnar Cult“. La title-track, non si discosta minimamente dallo stile delle due songs precedenti, ma questo non crea né quella snervante sensazione di già sentito né alcuna ripetitività. La canzone convince, avvolge e coinvolge. I ritmi si fanno più cadenzati e le melodie diventano quasi più soft, mentre le voci si fanno quasi impercettibili, disegnando un paesaggio sonoro interessante, dimostrando ancora una volta le alte capacità del gruppo. Un brano questo, fortemente Doom-Metal oriented, con poche incursioni in campo extreme che evocano gli elvetici Triptycon, pescando a piene mani dalle precedenti esperienze dei membri (attuali e passati) del gruppo, in special modo, in questo pezzo, gli echi di Rexor (nelle vocals iniziali e nei controcanti) e Funeral Marmoori (per l’arrangiamento e le vocals principali) sono piuttosto evidenti e aiutano l’arricchimento del brano.

Countdown To Death“. Una canzone dove la pesantezza del Doom regna sovrana sul tema portante degli arrangiamenti, con i suoi ritmi cadenzati, a tratti marziali e i riffs taglienti e rallentati, sfociando in brevissimi episodi veloci e affilati tra Black e Doom. Una traccia meno interessante delle precedenti, alla quale manca quel mordente che caratterizzava le precedenti canzoni. In questo caso, sì, si crea una soffocante sensazione di già sentito; una sensazione che mette in disparte le peculiarità della band, distogliendo l’attenzione dal prodotto finale. Un vero peccato, date le ottime trovate del pezzo che però, nella sua totalità, non emerge.

Chiusura affidata a “Dying Star’s Empathy“. Una suite di venti minuti di durata, composta da arrangiamenti controversi, differenti, particolari, ricercati, a tratti quasi sperimentali, con elementi semi-acustici. L’introduzione appare quasi come una sorta di inasprimento dello stile di un gruppo icona del Gothic/Doom-Metal: i Type O Negative dell’indimenticabile Peter Stelee. Un’ispirazione che portata una ventata nuova nello stile del gruppo, che il gruppo stesso rielabora ed inserisce all’interno dell’altalenante scambio tra Doom e Black su cui si basano le proprie fondamenta stilistiche. Mano a mano che il brano procede, i ritmi si fanno a tratti più serrati e le vocals più aggressive, mentre i riffs diventano più taglienti, lasciando spazio poi a improvvisi cambi di tempo, modificando il mood del brano, in netto contrasto con il proseguimento sullo stesso piano delle linee vocali. Una suite che racchiude tutte le caratteristiche del gruppo, riportando alta l’attenzione di chi ascolta, coinvolgendolo e intrappolandolo all’interno di una sfera sonora fatta di paesaggi soffocanti, passaggi affilati come rasoi, atmosfere plumbee, velocità dei ritmi, rallentamenti, momenti di respiro, cavalcate elettriche repentine, assoli rock-melodici e incursioni Post-Rock… Una chiusura perfetta per questo secondo sforzo discografico del gruppo. 

 

TRACKLIST:

01. Total Absence Of Light

02. Wish To Drown In An Abyss Of Water

03. Shamanic Lvnar Cult

04. Countdown To Death

05. Dying Star’s Empathy

Svlfvr 3_rLINE-UP:

Vrolok LaVey – Basso

Dionysos – Voce

Asmodeus – Chitarra

Poseidon – Batteria

 

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