New Load Continue – Il debut-album dei Geschlecht

Correva l’anno 2016 quando abbiamo conosciuto per la prima volta la Industrial / Death Metal band piacentina dei Geschlecht (http://www.we-rock.info/biografie/geschlecht-il-debutto-omonimo-dei-piacentini-geschlecht/ / http://www.we-rock.info/band-emergenti/ai-microfoni-di-we-rock-geschlecht-conosciamo-la-band/). Da quel momento ad oggi, come recita un vecchio detto «ne è passata di acqua sotto ai ponti», la formazione a sei che avevamo conosciuto, per svariati motivi legati al privato e ad altri progetti musicali, si è rapidamente ridotta a quattro elementi, chitarra – voce – basso – batteria; un cambio che non ha infierito sulla resa scenica della band e ne ha mantenuto il sound grezzo e animalesco ma con alcune aggiunte che sveleremo più avanti. Il primo EP omonimo (registrato al Try Studio di Alessandro Tuvo) è stato pubblicato il 12 Dicembre 2016, anno di formazione della band. L’anno successivo, continuando fino ad oggi, la band si occupa principalmente della promozione dell’EP, suonando in numerosi concerti insieme ad alcune delle migliori band Metal in Italia; attività dalla quale nasce un forte rapporto di amicizia con i nostrani Genus Ordinis Dei. Ma l’attività del gruppo non si limita solo al suonare dal vivo e iniziano a comporre e in breve tempo nuove canzoni con un’impronta più Death Metal e un’atmosfera Metal moderna che vengono subito presentate dal vivo.

Nel 2018 iniziano i lavori per il debut-album mentre proseguono i live che vedono i nostri affiancare nomi come OST Front, Extrema, i già citati Genus Ordinis Dei, Deathless Legacy e Cripple Bastards. Il nuovo album, “New Load Continue“, è stato registrato ai Sonitus Studio di Tommaso Monticelli e prodotto da Richard Meiz (Lacuna Coil / Genus Ordinis Dei) per gentile concessione di Eclipse Records. L’album è stato licenziato via Time To Kill Records il 29 Novembre di quest’anno. Il risultato è un concept-album che si snoda attraverso dodici capitoli, o meglio, dodici livelli di un videogioco: «la storia parla di un giocatore (il protagonista) che, una volta iniziata la partita, viene inghiottito dal gioco stesso e si ritrova a dover completare la questline in prima persona. Il suo compito sarà quello di rompere la maledizione che affligge i cinque grandi guerrieri del mondo di gioco che lo accompagneranno durante il suo viaggio. La maledizione porta i guerrieri in un costante stato di ebbrezza, privandoli anche dei loro poteri e rendendoli incapaci di adempiere al loro dovere o sconfiggere i demoni e gli Dei malvagi, in una corsa contro una profezia che annuncia l’ascesa di un Nuovo Dio. » . Un concept ben preciso che evidenzia la maturità artistica raggiunta da questi giovani ragazzi e il forte ampliamento che il loro sound ha raggiunto in poco tempo spostandosi dal Groove Metal iniziale ad un Industrial / Death Metal variegato ed equilibrato. La struttura dei brani, musicalmente, segue passo passo la storia narrata partendo con una leggera intro strumentale molto cinematografica che lascia immaginare lo scorrere dei titoli di testa e che con passo felpato trasporta verso l’universo psicotico e violento creato dalla band; i ritmi di basso e batteria si fanno velocemente più marcati e appuntiti mischiandosi al bisogno a frangenti più ariosi e la chitarra si divide con scioltezza tra riffs più acuminati e passaggi più “morbidi e aperti” mentre le vocals si scatenano in un growl sfrontato. L’omonima “Geschlecht“, traccia iniziale del disco presenta già per intero la cifra stilistica dell’album rimarcando quando detto poc’anzi riguardo al traguardo raggiunto dai quattro ragazzi in materia di composizione ed esecuzione. Scelta che viene maggiormente messa in risalto mano a mano che le canzoni si susseguono, in un continuo inseguirsi di ritmiche e voci tagliate con la motosega e parti soliste della chitarra che dimostrano molta ispirazione e voglia di ricercare un suono meno quadrato e più completo che nelle prime battute di “Bloodmoon” (il secondo singolo presentato dalla band in anticipazione all’uscita del disco) mostrando ancor più nitidamente la crescita compositiva dell’axeman Amedeo Casale, un cambiamento che pare lasciare anche molta libertà espressiva ai suoi compagni d’arme nel tessere linee di basso e patterns di batteria. Una canzone, “Bloodmoon“, che riesce ad essere grezza e celebrale in egual misura senza scadere nella violenza becera o in inutili virtuosismi. Si prosegue poi con il trittico centrale formato da “The Power Of Five“, “The Prophecy” e “One Mind” dove il connubio tra Industrial e Death raggiunge la sua piena estensione mantenendo una certa linearità nelle parti ritmiche (se si esclude l’aumento di velocità di “One Mind) e nel cantato, senza troppi stravolgimenti (eccezion fatta per la fulminea parte parlata all’inizio di “The Prophecy) lasciando il compito di differenziare i brani alle parti soliste della chitarra che danno il giusto contrappunto con le sue trame cariche di melodie virtuose e ampi attimi di respiro. L’impronta sonora cambia nello start di “Legion XXI” creando un moto ondoso che sovverte il passo tenuto fino ad ora dal poker di musicisti, affondando maggiormente il piede sul pulsante della varietà; il Death / Industrial si sporca di Groove, di Nu Metal e di vaghi echi Psych che attaccano separatamente e poi lavorano in squadra ai fianchi mandando al tappeto chi ascolta senza spendere troppe energie. Le successive “Home Sweet Home” e “Trascend” pur non essendo delle tracce minori strumentalmente con pregevoli inserti elettronici che, soprattutto in “Home Sweet Home” ricordano gli Static-X e vocalmente rispetto alle precedenti non aggiungono altri colori al disco e sembra che preferiscano rimanere nelle retrovie fungendo più da piccolo intermezzo (ma molto probabilmente la resa in sede live è migliore). La triade finale vede avvicendarsi “Game Over“, “Survivor” e “An Infinite Nightmare” crea uno scenario più cupo e la violenza sonora di cui sappiamo essere capace la band si manifesta per intero in un rapido crescendo che porta all’esplosione finale senza bisogno di ricorrere a stupidi espedienti e senza cedere alla tentazione del virtuosismo auto-celebrativo. Parti melodiche che si intersecano ai ritmi più strafottenti, trovate acustiche che fanno capolino furtivamente, echi Technical Thrash, atmosfere quasi oniriche, la sensazione di sentirsi avvinghiare da artigli emersi dal terreno e trascinati in un abisso fatto di fuoco, catene e metallo bollente.

Un debutto che stando agli addetti ai lavori ha impiegato molto tempo per prendere forma e che si è fatto attendere da coloro che seguono la band fin dall’inizio ma che ha soddisfatto pienamente tutta l’aspettativa che si era andata creando attorno all’imminente uscita dell’album. Crediamo di essere andati oltre lo spazio a disposizione per raccontare un disco e quindi crediamo di non poterci dilungare oltre, ma non possiamo non concludere con un «OTTIMO LAVORO RAGAZZI!».

TRACKLIST:

  1. Geschlecht
  2. Cursed
  3. Bloodmoon
  4. The Power Of Five
  5. The Prophecy
  6. One Mind
  7. Legion XXI
  8. Home Sweet Home
  9. Trascend
  10. Game Over
  11. Survivor
  12. An Infinite Nightmare

LINE-UP:

Amedeo Finati – Vocals

Amedeo Casale – Guitars

Edoardo Volpato – Bass

Fabio Speroni – Drums

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