Dopo aver recensito “Life”, loro secondo lavoro discografico, ed essere rimasti positivamente impressionati dai brani, abbiamo deciso di intervistare gli Swell99 per conoscere un po’ meglio questa promettente band di Macerata.
Come e dove nascono gli Swell99?
Rocco: Siamo nati a Macerata nel 1999 appunto. Amici in comune, conoscenze varie che ci hanno portato ad incontrarci e a trovare un trait d’union nel rock che ha segnato gli anni 90; una sala prove, tanto volume e divertimento. Tutto è iniziato così. Anche il nome “swell” si rifà ad una passione comune: quella per le onde, il surf e il sale sulla pelle.
Quali tematiche affrontate nei vostri testi?
Spina: I nostri testi sono spesso molto chiari e diretti. Affrontano a volte situazioni ed emozioni personali come un amore perso (vedi Mistake-urlo) o l’innamorarsi di una persona sbagliata (Non è la fine) o impersonali (Blody Knife e Boost).
Le vicende quotidiane e le emozioni che provate vengono immortalate nei vostri testi, avete un luogo particolarmente caro in cui vi recate per ascoltare le vostre sensazioni più intime e tradurle in testi?
Spina: Di solito, come si dice, la notte porta consiglio.
Tutta la famiglia a letto, mi chiudo nello studio, chitarra in mano e si inizia a scrivere. Devo essere da solo e cercare di buttare giù più idee possibili, dopo si mettono insieme i pezzi e a volte ci si riesce e a volte no. Si prova comunque una sensazione incredibile a riuscire a chiudere il cerchio parole e musica. Dopo se piace a 1000 persone o solamente a 1 cambia poco, la soddisfazione personale rimane.
Definite la vostra musica con 3 aggettivi.
Lorenzo: Accuratamente arrangiata, abbastanza ricercata, ossessionante.
A quali artisti vi ispirate? Quanto di loro, secondo voi, c’è nella vostra musica?
Michele: Agli esordi ci ispiravamo ai gruppi della scena grunge di Seattle (Nirvana e Pearl Jam su tutti) e ciò era anche riscontrabile nei nostri brani. Col passare del tempo però, la volontà di ricercare un sound più originale ci ha spinto a cercare anche in generi rock differenti nuove fonti di ispirazioni. I nomi li lasciamo alla critica che tanto si diverte ad accostarci a “questo o a quello”.
In varie recensioni siete stati paragonati a band importanti.Qualcuno ha scritto che vi vedrebbe bene come gruppo spalla degli Alter bridge. Cosa ne pensate?
Max: È un’incredibile complimento.
Dietro all’amicizia che tiene unita la Band c’è anche molta passione e studio, alcuni di noi passano ore dietro agli strumenti nel tempo libero cercando di prendere dai propri idoli ciò che possa far del bene alla Band e gli AB sono uno di questi. Alcuni di noi sono particolarmente legati a Mark Tremonti & Co e leggere estratti del genere dalle recensioni é la dimostrazione che all’orecchio di qualcuno la qualità tecnica compositiva, la melodia e produzione e quindi tutti i nostri sforzi, vengono ben messi in evidenza e riconosciuti.
Avete aperto concerti ad artisti famosi come Vasco,cosa si prova a suonare su un palco così importante?
Lorenzo: Non ci fa mai l’effetto contrario di quello che dovrebbe essere in realtà… nessun timore reverenziale verso grossi palchi, nessuna paura di sbagliare, solo molta carica. Se ci pensate bene è l’unico e saltuario modo per far sentire la tua musica a chi altrimenti non saprebbe neanche che esistiamo… e guarda caso sono sempre le migliori performance LIVE della Band.
Avete mai timore di sbagliare qualcosa durante un live?
Carlo: Con Max sempre!! Ah Ah! Scherzo ormai sono molti anni che suoniamo insieme e le canzoni le conosciamo a memoria anche se la stecca è dietro l’angolo!!! Basta aver bevuto un goccio di più o distrarsi con qualche Groupies e ci si dimentica di fare un coro o si sbaglia tonalità di voce ma fortunatamente spesso ce ne accorgiamo solo noi.
Raccontateci qualche aneddoto accaduto sul palco o durante le prove.
Max: Ricordo un periodo, circa due anni fa, quando le pedaliere dei chitarristi erano arrivate alla fine della loro vita… in contemporanea! Durante le esibizioni saltavano i contatti e vedevo questi due,i cui suoni si ammutolivano, continuare a suonare tirando calci dissimulati e così queste si riaccendevano come per magia… da circo… uno spasso!
“Life” è il vostro secondo lavoro. A vostro giudizio, qual è il pezzo migliore di tutto l’album?
Rocco: Ognuno di noi è legato ad una canzone del disco, ed è più o meno soddisfatto del lavoro di scrittura e registrazione. Ma citerei Life appunto, Angels e Screaming to the world.
Ascoltando il vostro nuovo lavoro, che ho apprezzato moltissimo, “Screaming to the world” è il pezzo che mi ha entusiasmata di più ma, allo stesso tempo, mi ha reso tanto curiosa. Come mai avete inserito il riff di chitarra che chiaramente riporta alla memoria la celebre “beat it” di Michael Jackson?
Max: Maxi stava registrando i ritornelli di “Screaming” ed in sala prove c’era Davidozzo, il più grande amico della Band, musicista e grande intenditore del qual orecchio raffinato ci serviamo spesso, sia live che in studio. Finita la sessione Davide fa: “…c’è una parte nella melodia dell’arrangiamento che mi ricorda vagamente “Beat it” del grande Michael”. Il giorno dopo Maxi torna in studio, fa riaprire la traccia ed aggiunge il Riff come tributo al più grande artista della scena Pop mai esistito.
Altra curiosità. So che siete un gruppo molto affiatato e che vi divertite tanto anche a sdrammatizzare le vicende personali. Questo vostro bel modo di affrontare con ironia ciò che accade nelle vostre vite è presente anche nella vostra musica?
Michele: È proprio il nostro modo ironico di affrontare le cose che ci ha permesso di arrivare a 14 anni di rock insieme! Il video di “Urlo”, il primo singolo di Life, racchiude la nostra filosofia di vita. Tutti noi abbiamo sofferto per amore e quale miglior modo per vendicarsi se non quello di eliminare la donna che ci ha reso infelici… andate su youtube e lo scoprirete!!!
Cosa vi sentite di dire o consigliare alle band emergenti che sognano di fare musica rock in Italia?
Michele: Il rock è passione. Il rock è vita. Si può fare a meno della passione nella vita? In Italia la situazione non è delle migliori per suonare ma bisogna non mollare!
Potete fare un saluto agli amici di We Rock \m/?
Amici di We Rock \m/ GRAZIE.
Vi salutiamo nella consapevolezza (e gratitudine) che c’è ancora qualcuno che impegna il proprio tempo a promuovere Band Emergenti che ci provano da una vita, un gesto per il quale tutti i componenti di questa Band fanno il “hat off”.
Ringraziamo gli Swell99 (Carlo Ciarrocchi, Carlo Spinaci, Maxi Canevaro, Lorenzo Eugeni, e Michele Pierini) per averci concesso questa intervista e per il tempo che ci hanno dedicato, augurandogli un futuro pieno di Rock N’Roll.
Deborah Daniele