Conosciamo meglio una delle bands apparse su queste pagine. Abbiamo raggiunto Laura, una delle componenti della all-female band sarda delle MyMisses (http://www.we-rock.info/biografie/straight-il-primo-album-delle-mymisses/) per scambiare quattro chiacchiere e scoprire cosa si cela dietro a questo nuovo e promettente progetto.
Ciao! Benvenute su We-Rock! La prima domanda è quella di rito: Vuoi/volete presentarci il vostro progetto? Come è nata la band e cosa vi ha spinte ad intraprendere questo percorso? In poche parole, chi sono le Mymisses?
LAURA: Ciao ragazzi, grazie per l’accoglienza, è un piacere poter fare una chiacchierata con voi! Ci presentiamo subito: le Mymisses sono e son sempre state, sin dal primo istante, Giorgia (voce), Laura (chitarra), Stefania (basso) e Marta (batteria). Il progetto è nato nell’autunno del 2015, quando Stefania e Marta si son conosciute per puro caso e hanno pensato di metter su una band al femminile, dalle sonorità Hard Rock/Alternative Metal. L’idea è stata presentata immediatamente anche a me e a Giorgia, ed entrambe abbiamo accettato entusiaste. Tutte noi suonavamo già in altri progetti musicali di simile genere, ma ci sentivamo pronte a lanciarci in qualcosa di completamente nuovo, come condividere una sala con quattro ragazze (cosa abbastanza rara dalle nostre parti). Quindi, le Mymisses nascono ufficialmente dopo una prima prova tutte insieme, tra qualche cover suonata, abbondanti risate e birrette!
Seconda domanda, indirizzata a chi non vi conosce ancora. Raccontateci le vostre influenze musicali: qual è il vostro background? Quali artisti vi hanno ispirato? E in riferimento a questo, una domanda forse un po’ anomala: il vostro stile, come lo descrivereste? Che presentazione fareste per la vostra musica?
Il nostro background musicale, inteso per tutte, è decisamente vasto! Ognuna di noi suona e ascolta musica sin da quando era bambina: abbiamo quindi parecchie influenze che probabilmente si sentono anche nel nostro stile decisamente eclettico. Diciamo che ci basiamo soprattutto su quei suoni che vanno dal Pop all’Heavy Metal, dagli gli anni ’70 fino al tardo 2000, passando per l’Alternative Rock, l’Hard Rock, il Metal più duro e persino il Rap. Gli artisti che maggiormente ci hanno ispirato sono sicuramente quelli che si avvicinano di più al nostro genere: System Of A Down, Rage Against The Machine, Audioslave, Foo Fighters, Guano Apes, Iron Maiden, Muse e tanti altri. La nostra musica tende ad essere aggressiva e sostenuta da groove solidi, ma allo stesso tempo molto melodica: i ritornelli rimangono facilmente in testa. In poche parole, ci teniamo a definirla “cazzuta“!
Ritenete sia facile emergere come band nel nostro territorio? Quali sono gli ostacoli che avete dovuto affrontare per emergere? Alla luce di questo, secondo il vostro parere e la vostra esperienza, come vedete la scena Metal italiana, specie per quanto riguarda il panorama underground?
Crediamo sia tutt’altro che semplice. Purtroppo l’Italia è culturalmente un paese “sbagliato” per il nostro genere (se si potesse sentire, qui ci starebbe bene un applauso! n.d.r.): c’è tantissimo underground, musicalmente anche valido, ma il pubblico è orientato verso altri stili, alimentati sempre di più dalle Major e dai Talent-Show (applauso! n.d.r.). I gruppi originali che riescono a trovare un contratto discografico con qualche etichetta anche estera, rimangono di nicchia. Per intraprendere la carriera del musicista in Italia, bisogna essere pronti a qualsiasi tipo di sacrificio, e non sognarsi sicuramente di diventare famosi. C’è un sacco di gavetta da fare! Noi stiamo provando a emergere portando avanti il nostro primo progetto inedito “Straight On My Way“, cercando di organizzare un piccolo tour promozionale sia nel Nord Italia che in Europa. Gli ostacoli purtroppo son tanti e soprattutto monetari, poiché per noi la spesa è anche più alta delle altre band: abitando in Sardegna dobbiamo per forza prendere un aereo o una nave e farci prestare tutta la strumentazione. Ma cerchiamo comunque di non cedere e di accontentarci delle occasioni che ci capitano, perché per emergere al giorno d’oggi bisogna fare tanti sacrifici ma continuare per la propria strada!
Parliamo ora del vostro debutto discografico. Come è nato “Straight On My Way”?
Il nostro album d’esordio nasce proprio dalle nostre prime esperienze insieme come band, come squadra, come amiche. Abbiamo iniziato a comporre dei brani inediti durante i primi mesi in cui suonavamo insieme, dopo aver imparato a conoscerci meglio e cercando di capire che linea e che stile far prendere alla band. Possiamo dire che è stato un processo molto naturale: abbiamo trovato la giusta coesione e i brani son venuti fuori da sé, con lo stesso stile che ancora oggi si sente nel disco. Dopo aver composto un po’ di materiale, abbiamo iniziato a lavorare in studio lo scorso maggio con il nostro co-produttore Riccardo Atzeni (RAW), con cui abbiamo selezionato le sette canzoni che fanno ora parte dell’album, ri-arrangiato e pre-prodotto quei brani, registrato tutte le parti in via definitiva e lavorato al mixaggio e al mastering. Un bel lavoro durato tutta l’estate, di cui tutti siamo ampiamente soddisfatte, poiché è venuto fuori proprio il prodotto d’impatto che volevamo.
Torniamo ad un’altra delle classiche domande che vengono sempre poste ad una band. Parliamo del songwriting. Chi scrive i testi delle vostre canzoni? C’è un autore solo o sono scritte ed ispirate da tutti i componenti del gruppo? Anche in questo caso, da dove o da cosa traete ispirazione per comporre i testi?
Per i testi di questo album abbiamo provato tutte a trarre ispirazione dalle nostre esperienze nel mondo più prettamente musicale, cercando di esporre la nostra visione. La title-track “Straight On My Way” afferma letteralmente la nostra intenzione di andare sempre dritte per la nostra strada, nonostante tutti gli ostacoli che siamo costrette ad affrontare. Anche “Face The Fear” tocca più o meno lo stesso tema, puntando più al desiderio di trovare la nostra libertà in un mondo che cerca di frenarti e obbligarti a seguire il sistema. Gli altri testi affrontano temi anche più delicati come la guerra (“War Cry“) e la dipendenza dall’amore e dai vizi (“Be Bad“, “Hard To Leave“, “Slipping Away“, “Back To Fly“), ma sempre con uno spirito ampiamente positivo e adrenalinico. Come accennato, tutte abbiamo contribuito ai testi, soprattutto portando idee nuove da buttare giù. La maggior parte dei testi è stata poi stesa definitivamente da Laura, che ha un approccio più immediato verso la lingua inglese e scriveva già per altri progetti musicali e non.
Stessa domanda per quanto concerne la parte musicale dei brani.
Anche per quanto riguarda la parte musicale siamo riuscite a comporre ciò che si può sentire nel disco soltanto lavorando sodo tutte insieme, nessuna esclusa e produttore compreso per ciò che concerne gli arrangiamenti finali. E’ capitato spesso che qualcuna di noi, magari, portasse un riff o una melodia canticchiata, e da là tutte insieme in sala provavamo a dare un senso alla canzone. Una volta che iniziava a prendere forma, allora potevamo pensare al testo e al cantato definitivo. Quando poi abbiamo dovuto iniziare la produzione in studio, abbiamo ricambiato tantissime parti anche strumentali per far sì che il brano funzionasse alla perfezione. Ovviamente non tutti i riff e le idee sono poi buone per diventare delle tracce di un album: anche noi per “Straight On My Way” abbiamo dovuto scartare qualcosa, ma non è detto che il materiale non possa poi essere riutilizzato diversamente!
Quale è il messaggio che attraverso la vostra musica e le vostre canzoni cercate di far arrivare e quindi volete trasmettere come band al pubblico che vi segue o che vi scopre su queste pagine per la prima volta?
L’unico nostro intento è lasciare qualcosa impresso nella mente di chi ascolta la nostra musica, che sia una parola, un ritornello o un’emozione che possa dare loro un motivo in più per essere forti e sorridere. Come d’altronde racconta anche il significato del nostro album, vogliamo trasmettere un messaggio ricco di energia positiva e adrenalina, volto a ricordare alle persone che abbiamo intorno che non si è mai soli e che bisogna provare a superare ogni ostacolo con la propria forza interiore, senza lasciarsi abbattere dal mondo non proprio bellissimo in cui viviamo. La nostra musica esprime proprio ciò che siamo: quattro ragazze cazzute al punto giusto, che non intendono cambiare di fronte a nessuno.
Spostiamo ora l’attenzione ad un secondo aspetto della vostra carriera come band e parliamo della vostra attività in sede live. La domanda potrebbe apparire complessa. Come ci si sente a poter condividere le proprie emozioni sul palco con il pubblico ad un palmo dal naso, cosa provate quando la vostra musica esce direttamente dalle vostre mani e dalle vostre voci senza la barriera di un CD o di una riproduzione on-line?
Forse è la domanda più intima che ci abbiano mai fatto. Possiamo dire che si tratta di una sensazione bellissima, probabilmente indescrivibile a parole: solo un musicista può capire a pieno cosa significhi. L’emozione per i suoni e per la musica in generale nasce totalmente nel contesto live, perché è tutto il complesso che rende possibile l’apprezzamento totale di quel che si ascolta. Noi stesse abbiamo cercato di rendere il nostro disco ancora meglio durante l’esperienza dal vivo, poiché un CD pre-registrato non rende mai quanto invece un musicista può trasmettere sul palco: ogni volta c’è qualcosa di diverso che rende il tutto più bello. Crediamo sia un qualcosa che si impara solo con il tempo e soprattutto andando a vedere tanti concerti di altri artisti. Ma sentire il pubblico che canta insieme a te le tue canzoni è forse il ringraziamento più grande che un musicista possa aspettarsi dalla propria carriera.
Anche l’ultima domanda potremmo definirla “di rito“: quali sono i vostri progetti per il futuro come band?
Ovviamente, suonare! Suonare ovunque, in tutti i contesti possibili, cercando di diffondere la nostra musica. Come abbiamo detto, ci vuole davvero tanta gavetta per poter sperare di emergere e di fare della musica il nostro lavoro principale. Attualmente, infatti, stiamo organizzando il nostro primo tour in Italia per promuovere “Straight On My Way“, aggiungendo anche qualche data all’estero e qualche apertura per diversi artisti importanti. Presto potrete trovare sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook tutti gli aggiornamenti sulle prossime date! Inoltre, abbiamo intenzione di continuare a comporre, per tirare fuori presto un secondo album, che possa avere ancora più impatto del primo e che sia più maturo. Puntiamo a crescere ancora come musiciste e come band: il successo arriverà forse tra qualche anno, e soltanto grazie a tanti sacrifici!
Grazie, possiamo considerare l’intervista finita. Come sempre, prima di chiudere, avete qualcosa da aggiungere o da dire ai nostri lettori?
Vi abbiamo raccontato più o meno tutto il nostro modo di ragionare (ride), l’unica cosa che possiamo aggiungere è un invito rivolto a tutti i lettori: voi che siete ancora qua, a leggere un’intervista a una band emergente come un’altra, non dimenticatevi che se noi esistiamo è in gran parte merito vostro, che ancora date sostegno alla musica inedita in Italia. Andate ai concerti, comprate i CD e sostenete la musica dal vivo! Questo è l’unico modo per permettere ai tanti musicisti bloccati qua di realizzare il proprio grande sogno. Come disse qualcuno: «Ogni grande band è stata prima di tutto una band locale. Supportate le vostre band locali!».
Giorgia Pillai – Voce
Laura Sau – Chitarra
Stefania Cugia – Basso
Marta Camba – Batteria
WEB:
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Bandcamp: https://mymisses.bandcamp.com/album/straight-on-my-way