Siamo giunti al fatidico album della maturità per i fiorentini Rawness Obsolete (nome tratto dall’ultima traccia del disco “Sardonic Wrath” dei Darkthrone), compagine Black Metal fondata nel 2015 dal vocalist Hellbanno e dal bassista Malebranche, dalle ceneri del precedente progetto chiamato Poena. A due anni di distanza dal precedente ”
Hic Sepultus Est” (http://www.we-rock.info/band-emergenti/qui-dove-tutto-e-sepolto-una-ode-al-ruggente-passato-dellelegante-firenze-il-nuovo-album-dei-rawness-obsolete/) e a quattro anni dal debutto ”
Nobilioribus Subterraneus” (http://www.we-rock.info/biografie/nobilioribus-subterraneus-lesordio-dei-fiorentini-rawness-obsolete/) la band si presenta con un nuovo lavoro che li vede impegnati con un tema comune nell’Universo Metal ma rivisto secondo la ricerca culturale dei Nostri; tema, fatto di dolore, orgoglio e macabra fascinazione per un avvenire crudele: la Morte. “Il Cantico della Morte” vede la partecipazione di un quinto elemento in forze alla band: Vrolok LaVey. Oltre che a contribuire con tastiere, Synth e Programming firma due brani del disco, l’iniziale “Overture Per L’Agonia” e la conclusiva “Al Volgere Della Marea…“.
Si nota immediatamente una crescita da parte del gruppo che affina ulteriormente il lavoro svolto nell’album precedente. Una piccola virata verso un suono più corposo è altre sì individuabile in questo disco complice forse la foggia di “Overture Per L’Agonia“, introduzione strumentale dal sapore cinematografico e velatamente medioevale, un’influenza più votata al melodico nel taglio della chitarra; un contrasto che tiene bene con l’irruenza della ritmica e l’acidità delle linee vocali. L’ingresso della band sulle ali di “Per La Morte!” è devastante e la solidità nel sodalizio tra Hellbanno, Tyrsenos, Malebranche e Von Allin è sempre ben marcata, tuttavia come brano non convince pienamente dal primo ascolto, le vocals non sembrano amalgamate con l’arrangiamento, specie all’attacco delle stesse nel brano e la chitarra copre parzialmente la ritmica. UN recupero fulmineo è rappresentato da “Nato Nella Fossa (Ode A Baldaccio)”, brano che ispirato alle gesta di Baldo di Piero Bruni, condottiero e uomo di guerra che fu ala servizio dei Malatesta, del Ducato di Milano e della Repubblica Fiorentina. Strumentazione e voce sono molto più allineate rispetto al brano precedente e l’arrangiamento perde quel velo di ripetitività e predominanza della sei corde che si stava stendendo pericolosamente sull’album. Un Black Metal grezzo nelle fondamenta e una ricerca melodica ad arricchimento con uno scambio di battute tra chitarra e basso ben sostenuta dalla batteria. La prova vocale è nettamente migliore in questa canzone. Un taglio più articolato nel suono si manifesta nella successiva “Vespro” dove la ritmica si alterna tra passaggi cadenzati e rapide sferzate, senza arrivare al blast-beat. La chitarra è affilata come un rasoio ma non risparmia passaggi quasi romantici così come le vocals che passano dallo scream ad un cantato pulito inaspettato ma di grande impatto che rende il brano ancor più ricco. Dopo un tentennamento iniziale la band inanella due tracce di un certo livello. Non da meno la successiva “I Miei Sepolcri“. Poesia in musica che affonda le mani nelle viscere. Inizio recitato e poi campo libero ad uno scream distruttivo e oscuro mentre gli strumenti imperversano come fiamme trasportate dal vento con finale evocativo, alienante e lacerante che va a confluire in “Al Volgere Della Marea…“, strumentale amara e malinconica che pone la sua pesante firma sulla pietra che toglie la luce a questo album portandolo a concludersi.
Prova della maturità artistica più che superata nonostante una canzone non propriamente riuscita che poteva far temere per le sorti del disco.
TRACKLIST:
- Ouverture Per L’Agonia
- Per la Morte!
- Nato Nella Fossa (Ode A Baldaccio)
- Vespro
- I Miei Sepolcri
- Al Volgere Della Marea…
LINE-UP:
Hellbanno – Voce
Tyrsenos – Chitarra
Malebranche – Basso
Von Allin – Batteria
Guest:
Vrolok LaVey – Keys / Synths / Programming
WEB: