In equilibrio tra Quiete e Caos – Eterno dualismo in continua lotta

Mettevi comodi, spegnete il telefono e stappatevi una birra, prendete fiato e iniziate a leggere con calma… Oggi ci inoltriamo in una di quelle storie che “parte da lontano“. I nuovi protagonisti di questa nuova storia si affacciano sul mondo musicale all’avvicinarsi della fine del secolo scorso. Una realtà tutta tricolore che ha le sue radici nel profondo Sud del nostro paese. I Cruentus nascono a Bari nel 1989 da un’idea del chitarrista Antonello Maggi, all’epoca appena quindicenne, che farà sempre parte della band e che si occuperà della composizione di tutti i brani. Il gruppo è fortemente legato alla scena Thrash Metal e Death Metal, generi da cui non si discosterà mai, ma sin dall’inizio esplora altri territori musicali, dedicando ampio spazio alla sperimentazione e introducendo arrangiamenti con strumenti di ogni tipo (tastiere, sintetizzatori, percussioni, fiati, ecc.). Nei trent’anni di attività la band vivrà numerosi cambi di formazione, ma dal ’92 saranno quasi sempre presenti il cantante Nicola Bavaro e il bassista, nonché principale autore delle liriche, Adriano Boghetich. Nel ’92 viene inciso la prima Demo-tape Seeking The Truth“, che consente ai Cruentus di muovere i primi passi nei circuiti locali e di essere facilmente riconoscibili per alcuni elementi caratteristici, che in seguito diventeranno un vero e proprio marchio di fabbrica: su tutti, una certa predilezione per gli arpeggi, i suoni puliti e la chitarra classica. Nel ’94 il gruppo pubblica una seconda Demo-tape When The World Ends To Be“, che traccia l’inizio di un percorso più “Progressive“, con brani sempre più lunghi ed elaborati. Segue un anno intenso di concerti in tutta Italia, spesso, di supporto agli amici Sadist. Nel ’95 l’etichetta siciliana Polyphemus Rec. propone un contratto discografico per la realizzazione del debut-album. Nell’Agosto dello stesso anno, la band varca per la prima volta i confini nazionali esibendosi allo Sziget Festival di Budapest e a Settembre entrano in studio. La produzione del disco è affidata al mitico Paul Chain e per le riprese vengono scelti gli Strana Officina Studios di Livorno. Durante le registrazioni s’interrompono i rapporti con la Polyphemus Rec.; “In Myself” esce a luglio del ’96 per la New LM Rec. (distribuzione Flying Rec.). L’album viene accolto molto bene, sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, e ottiene buone recensioni: il fatto di essere difficilmente etichettabile in un unico genere diventa un valore aggiunto e rafforza l’identità del gruppo. Mentre una nuova e fitta attività live prende piede, le nuove composizioni prendono una linea ancora più sperimentale e la seconda chitarra viene sostituita dall’uso di samples elettronici che nel 1997, dopo un tour europeo, vede la creazione di un progetto parallelo (Crystal Psyche) che proseguirà su questo percorso sempre più dedito all’esplorazione di altri mondi musicali mentre i Cruentus tornano a sonorità più estreme. Dal 1998 ad oggi il gruppo ha prodotto altri lavori in studio (non ufficiali) e ha continuato ad esibirsi a livello nazionale ed internazionale, supportando anche nomi del calibro di Coroner, Entombed, Flotsam & Jetsam, Destruction, Necrodeath e tanti altri.

Una storia lunga trent’anni che in occasione di questo importante traguardo e con una formazione ormai consolidata da tempo, nei mesi di Giugno e Luglio di quest’anno, la band registra il suo secondo album ufficiale: “Fake“. Realizzato presso il Mast Recording Studio di Bari (registrato, mixato e masterizzato da Massimo Stano, tranne “See You On The Top” registrata  da Valerio Di Masi presso The House of 1000 Doses (Massafra)) verrà pubblicato il 15 Ottobre per Triple A Events Rec.. Il nuovo disco segna un ritorno alle origini più crude della band incatenando nella breve durata tutto l’impatto possibile con brani diretti e sanguigni e un’attitudine old-school.

Dodici canzoni serrate e furiose che però non si risparmiano nell’impreziosire le loro strutture spigolose e marcate con variazioni più eclettiche dove melodie di chitarra più articolate e ritmiche più distinte creano uno spettro musicale più ampio che rende l’ascolto più intrigante. Una sequela di riffs molati sulla nuda roccia e vocals ferruginose che danno vita ad un solido equilibrio tra la quiete delle invenzioni sopra descritte e il caos che le seconde sprigionano unendosi alle basi dell’impronta sonora della band. “Circle“, “Spoil The Flesh“, “Funambulism“, “Shadows” fino alle conclusive “The Strain” e “See You On The Top” danno corpo e delineano le forme del concept di questo album: l’eterno dualismo tra bene e male, spesso fusi e confusi in un abbraccio che può essere anche mortale. Una tematica classica ma che riesce a non apparire banale o eccessivamente piena di luoghi comuni e frasi fatte. Immagini e musica che si uniscono in una giostra che accelera e rallenta senza sosta, in un moto perpetuo il cui unico scopo e catturare tra le sue spire e lasciare in balia della continua tempesta scatenata. Un ritorno alle proprie origini sonore in cui però non vengono dimenticati i passaggi che hanno portato a fondere l’impatto più diretto con mosaici di colori diversi che uniti danno sostanza e coinvolgono appieno sensazioni ed emozioni.

Pesante e fluido, scarno e costruito, definito e istintivo, sanguigno e ragionato, scuro e colorato, una danza compositiva che ricalca e marca a fuoco gli intenti narrativi di questo disco confezionando un risultato ottimale, tecnico quando necessario, aggressivo per tutto il tempo. Un ritorno che lascia il segno.

TRACKLIST:

  1. Circles
  2. Everspace
  3. Spoil The Flesh
  4. Never Forget
  5. Passin’ Over
  6. Funambulism
  7. Shadows
  8. Blindness Means Watching
  9. Step By Step
  10. Timeless
  11. The Strain
  12. See You On The Top

LINE-UP:

Nicola Bavaro – Vocals

Antonello Maggi – Guitar

Domenico Mele – Guitar

Adriano Boghetich – Bass

Valerio Di Masi – Drums

Guest:

Alberto Racanati – Trumpet on “See You On The Top

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